I teatri che ancora portano nel nome il concetto di lavoro (il mestiere del teatro tanto espresso oramai 100 anni fa dai miti del Teatro della Rivoluzione: gente come Evgenij Vachtángov con la sua Princessa Turandot, vedi cenni in Regia regia) sono quelli più caldi (a Firenze c'è stata per un po' anche la Bottega... Continue Reading →
«Il figlio» di Florian Zeller [Piero Maccarinelli] alla Pergola
Per nulla dispiaciuto dall'Edward Albee di due settimane fa, e colpito dal film The Father che Zeller ha adattato dalla sua commedia, mi fiondo tutto contento al Teatro della Pergola a vedere Il figlio, cioè The Son di Zeller prima di conoscere l'adattamento cinematografico con Hugh Jackman... [chiarisco che la pièce sarebbe in francese, Le... Continue Reading →
«Chi ha paura di Virginia Woolf» [Antonio Latella] alla Pergola
Non tornavo alla Pergola da un po'... Probabilmente dal Galileo di Brecht (vedi Libri e Librini) fatto da Gabriele Lavia nel 2015 (o giù di lì)... - anche Chi ha paura di Virginia Woolf l'ho visto l'ultima volta allestito da Lavia, con Mariangela Melato, Agnese Nano ed Emiliano Iovine: sarà stato il 2006...Lavia ha dato... Continue Reading →
«Amadeus» di Shaffer secondo Končalovskij e Gleijeses alla Pergola
Peter Shaffer è morto a 90 anni nel 2016... Scrisse Amadeus nel 1979... il primo run fu a Londra, al Royal National Theatre, in un allestimento di Peter Hall...Paul Scofield era SalieriSimon Callow era MozartFelicity Kendal era Constanze... un secondo run fu ancora a Londra, all'Her Majesty's: per quel teatro, Hall fece numerose modifiche al... Continue Reading →
«Copenaghen» di Frayn alla Pergola
Copenhagen (1998) è uno dei grandi capolavori di Michael Frayn, insieme a Noises Off [Rumori fuori scena, 1982], che ebbe un certo successo anche in Italia, una ventina d'anni fa, quando Marco Sciaccaluga lo allestì con Zuzzurro & Gaspare, e di cui c'è il film di Peter Bogdanovich (1992)... Copenhagen è un play che "inaugura" molta drammaturgia anglosassone... Continue Reading →
«After Miss Julie» alla Pergola
Fröken Julie è una roba di Strindber del 1888, che sancì perentorio il Naturalismo teatrale e una sorta di Kammerspiel nordico... Una cosa alla Verga, alla Ibsen o alla Haneke (tra Jeli il pastore, Spettri e Il nastro bianco): la divisione in classi sociali determina stragi di coscienze allucinate... Nel 1995, Patrick Marber, alla sua seconda prova di drammaturgo... Continue Reading →