In primis mi hanno colpito le cose che mancano…
- a Kelly McGillis non le hanno manco chiesto di partecipare…
- la mancanza di Meg Ryan è quasi irrazionale, dato che si ha a che fare col figlio di Goose: neanche a lei si sono degnati di chiedere di partecipare…
- manca Steve Stevens a fare la chitarra nell’Anthem (Faltermeyer sembra seguire la sua sistemazione strumentale per l’album Composer’s Cut del 2016)…
- manca Giorgio Moroder…
- manca Take my breath away… quando, nei titoli iniziali, ho visto Lady Gaga tra i musicisti, ho sperato in una power cover, ma invece niente: Gaga canta una canzone nuova… che è pesante e pomposa… per me inascoltabile…
- manca You’ve lost that lovin’ feeling…
- manca (Sittin’ On) The Dock of the Bay… ma vabbè, non è un grosso problema: era legata al lutto del padre di Maverick, forse passato in cavalleria alla fine del film dell”86…
- non capisco la mancanza di, per esempio,
- Rick Rossovich
- Tim Robbins
- Michael Ironside
Boh… dato che sei a fare le rimpatriate nostalgiche, allora potresti chiamare tutti…
Invece no…
Cruise ha imposto un film «cruisecentrico», con il solito vecchio di 60 anni incapace di lasciare il testimone a qualcun altro…
era successo anche Indiana Jones 4: Ford non lasciava il cappello a quel birisegolo di Shia LaBeouf… eppure lo stesso Ford da giovane, quando era il povero River Phoenix, aveva preso il capello proprio da un altro che gliel’aveva lasciato (Garth, chiamato in un primo tempo proprio Fedora, così come il suo [di Garth] principale è chiamato Panama: nomi dei cappelli che portano)
Hollywood e i divi non ce la fanno ad avere eredi…
difatti si va di repliche
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Joseph Kosinski è un esperto di repliche: aveva fatto quella di Tron, in Tron: Legacy, 10 anni fa (o poco più)… è un professionista delle repliche… e lasciamo perdere che Tron: Legacy sia una pappetta sciapetta: in qualche modo lo è anche questo Maverick...
Anche se Maverick, però, per quel che riguarda appunto la strettissima replica, le cose non le fa male…
del Top Gun dell”86 ci sono tutti gli ingredienti buoni…
- il metacinema…
se ne parlava di straforo anche in Bohemian Rhapsody…
Top Gun, nell”86, era una fiaba di elaborazione di lutto (di Goose più che del padre), agita in mezzo ad antagonisti strumentali (del tutto funzionali: i piloti dei mig russi, senza volto, senza voce, senza alcun segno distintivo), davanti a schermi (quelli dei radar) in una slurpante metafora di cinema (Tolkan vede la battaglia finale in quella che è una fumosa sala cinematografica anni ’80)…
Top Gun: Maverick riprende tutto il materiale fiabesco e lo “carica” anche di più:- le esercitazioni sono veri e propri videogiochi, che prevedono un set virtuale di canyons e montagne virtuali…
- come Tolkan, Jon Hamm guarda tutto da schermi, stavolta più vicini a quelli della visione streaming (ultrapiatti screens traslucidi) e con meno fumo…
- della fabbrica di uranio dei magnaccioni non ci viene detto né dove sia né chi la controlli, e la vediamo immersa nel bosco coi monti innevati…: il massimo del fiabeschissimo! (anche nell”86, la nave Layton era «in acque nemiche» e cioè chissà dove nella mente dell’inconscio fiabesco)
- l’idea di dover andare avanti senza troppe lagne, elaborando appunto lutti e nostalgie, è portata avanti discretamente…
- certe scene vengono letteralmente ricalcate, con un estraniante senso del verbatim applicato alle immagini…
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E a parte le cose prese dall”86, funzionicchia abbastanza la love story con Jennifer Connelly (un personaggio solo menzionato in neanche due battute nell”86): Connelly è supersonicamente bella, sembra abbia 30 anni!
In He’s Just Not That into You, una 15ina di anni fa, invece, si presentò simpatica, ma un po’ scheletrita (simile alla Demi Moore di quegli anni)…
in Maverick è veramente strepitosa… come se fosse una Sean Connery al femminile, cioè che più invecchia più è bella…
Il dramma immenso è che, nonostante renda felice me che sono fissato con Connelly da sempre (vedi anche i commenti al Rocketeer di Madame Verdurine), questa bella storiella d’amore, telefonata e rassicurante, poltronosa e cullante, porta via minuti e minuti e minuti e minuti di narrazione quasi videoclippara (i due si scambiano sguardi in riva al mare col tramonto photoshoppato: quasi un video primi anni ’90 di Bryan Adams [molto diverso, quindi, dai video musicali in cui è apparsa Connelly tra 1983 e 1992: quello che si avvicina di più è I Drove All Night di Orbison, che però ha idee visive assai migliori di Maverick!]) come se Maverick fosse solo la storia d’amore tra Maverick e Penny Benjamin…
Che anche questa storia d’amore sia una replica di quella dell”86, ok… in fin dei conti c’è anche la replica della partita tra maschioni muscolosi e sudati (nell”86 a pallavolo qui in una sorta di football, con in più una soldatina donna)… Connelly a un certo punto spunta anche con la iconica Porsche di McGillis ma tra tutto… che tutto valga come replica ci sta… ma i minuti sono comunque troppi (nell”86 le scene affidate a McGillis erano molte meno)…
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E ‘sta storia d’amore ruba spazio al rapporto tra Maverick e il figlio di Goose… tra loro ci si immaginava Maverick a fare da padre a ‘sto bimbo, invece niente: l’unico ricordo che i due hanno, di una vita passata insieme, è il blocco di Maverick dell’ammissione del bimbo… boja… vita intensa…
è qui che Meg Ryan, in quanto mamma del bimbo, avrebbe giovato assai…
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C’è da dire, però, che nell’ottica di un film “cruisecentrico”, tutti gli altri personaggi sono contorno…
la cosa avrebbe avuto un senso solo se Maverick moriva nella missione, salvando tutti e diventando davvero leggenda (quello che succede a 007 in No time to die)…
ma niente…
si diceva: a Hollywood non si muore, e prevale la gerontocrazia della nostalgia…
sicché il finale finisce per far abbastanza ridere…
anche perché, come avviene per Cruella, la narrazione è mutuata da quella delle serie TV, e cioè il finale di Maverick (con Cruise che muore effettivamente per salvare il figlio di Goose) è solo un cliffhanger di una serie: immediatamente dopo inizia la “seconda stagione”, con Maverick sano e salvo…
tali espedienti narrativi da serie, appiccicati ai film, oramai più che indignazione suscitano enormi risate… anche perché li spacciano come espedienti “nuovi” (ricordo che la tecnica del cliffhanger, in cinema, è precedente perfino al modello di rappresentazione istituzionale di Griffith: è precedente, cioè, alla Prima Guerra Mondiale… e figuriamoci quanto la tecnica sia vecchia se si considera anche la letteratura!)
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C’è da dire, però, che il replicare le cose buone dell”86, soprattutto il metacinema, e il presentare una love story simpatica (anche se interminabile), fanno risultare questo Maverick leggerissimamente più godibile dell’altra operazione nostalgia blockbusterosa dell’anno, cioè Ghostbusters: Afterlife (già lì, nei commenti, mi presentavo ben poco fiducioso di questo Maverick...)
Ma Ghostbusters: Afterlife, magari, ce la faceva a «lasciare il testimone» a qualcun altro, mentre invece Cruise non ce la fa…
Si dimostra più maturo, come nell”86 e come sempre, il povero Val Kilmer, che rende Ice davvero un proprio simulacro, in maniera assai commovente…
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Per il resto:
- gli attori sono tutti abbastanza bravini, non sfigurano granché…
- invece, la musica di Hans Zimmer è troppo stopposa
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Carlo Cosolo si misura con Manlio De Angelis, e trova tutti sì presenti, ma tanto affaticati…
Barbara De Bortoli non sta male su Connelly, ma si sente che non le sta davvero al passo…
…e perfino Chevalier io l’ho percepito stanco, più di altre volte…
Tra gli adulti sembrano freschi solo Biagini (Harris in una parte più che inutile) e Pucci (Hamm)…
Purtroppo Sandro Acerbo vanifica gran parte della commozione per Kilmer…
Rispetto a Dune, dove era andato praticamente sul solco di Renato Izzo, stavolta Cosolo ha molti problemi di aggiornamento terminologico e quindi debordano i termini militari in inglese, anche là dove lo stesso termine era stato tradotto nell”86… roba come il nome di battaglia diventa il codename… l’aggiornamento implica anche cambiamenti per un termine che comunque Cosolo traduce: l’aereo d’appoggio (nell”86 incompresibile) diventa il gregario: pertanto, quando Cruise e Kilmer si ritrovano, la battuta del “gregario” perde molta della valenza replicativa…
Ma vabbè oh… poco male…
Si vede anche da lontanissimo che è una ciofeca. ;-)
a me la canzone di Lady Gaga piace, certo non ha quell’impatto che l’ascolti 1000 volte ma è carina; forse mi ricorda troppo Shallow, sono l’unico?
per il resto, non ho visto il film
mi sono sorpreso anche io che non fosse tornato nessun altro del cast precedente, anche solo l’interesse amoroso in un cameo…
chi era meg ryan nel classico?
La moglie di Goose
Ah ok
Grazie per la tua citazione! Ora sono tentata di vedere il film solo per vedere quanto bella è diventata Jennifer Connelly, che è partita da giovane con una bellezza già davvero strabiliante. Per il resto temo di aver visto troppe volte Hot Shots per poter restare seria con film di questo tipo, ma ci proverò :)
Non si rimane seri neanche senza averlo visto (e io l’ho visto! e attendo un terzo capitolo di Hot Shots!)
Capisco perfettamente il tuo “vabbè.”
Mancano troppi personaggi e troppi elementi.
Rimane solo forse la possibilità di migliorare la mia opinione su Jennifer Connelly: perché a me finora non è mai piaciuta granché?
Eh, ma io sono troppo connellyano…
Però Kosinki ci ha regalato anche un capolavoro assoluto, Fire Squad – Incubo di fuoco: l’hai visto?
No, non l’ho visto!
Allora sono onorato di avertelo fatto scoprire: è un vero gioiello. E infatti gli ho riservato un posto in questa classifica: https://wwayne.wordpress.com/2019/12/01/i-10-film-piu-belli-del-decennio/
A proposito di padri e figli non sapevo ci fosse Pullman junior!
Io manco me ne sono accorto… troppo concentrato sulla Connelly!
:) eh! In effetti non è che ti si possa dare torto, posto poi che Pullman non si lascia notare granché …. caratteristica direi ereditaria, a questo punto.