The Power of the Dog

INUTILE PREAMBOLO

Che fatica!

Nonostante i millemila post sull’argomento, tutti gli anni arriva la smaronata degli Oscar, e tutti gli anni c’è da sentire le solite cacchiate tali per cui

  1. è giusto che chi spende di più per far arrivare una copia del suo film ai membri dell’Academy riceva i premi… cioè una sorta di denaro=merito;
  2. è giusto che si eluda questo problema nominando la roba di MERDflix, che è già “home video” e quindi MERDflix non paga un centesimo in più nello spedire ai membri degli Academy un bel niente!

naturalmente che entrambe le realtà creino una “competizione” per lo meno idiota, non lo dice nessuno…

e la disparità di trattamento tra chi si è dovuto pagare una distribuzione in sala (i film) e chi no (MERDflix) è lasciata alla spirale del silenzio

Gli Oscar proprio non riesco a mandarli giù…

nonostante sarò comunque qui a commentarli per pura bastiancontrarite odiosa…

MERDFLIX GOES WEST

Ho avuto dubbi e remore su qualsiasi film MERDflix abbia visto…

  1. Annihilation era carino, ma pochissima roba rispetto agli osanna che lo hanno incensato;
  2. The Irishman, pur bellissimo, era una mattonata che la metà bastava;
  3. Marriage Story era imbarazzante;
  4. Roma era l’apoteosi dell’estetica inutile;
  5. The Prom non era malvagio, in mancanza di altro, ma aveva atroci problemi di statuto della rappresentazione (era una fintata);
  6. Mank era smisurato e con colossali problemi di drammaturgia;
  7. È stata la mano di dio è la schifezza più imbarazzante dell’anno;
  8. Don’t Look Up è molto piacevole, ma non così tanto piacevole…

«Indi per cui», MERDflix per me è una Caporetto quasi garantita…

La prima, delle due, ore di The Power of the Dog mi ha confermato immediatamente questa Caporetto…

A un prodigioso pittoricismo della fantastica costruzione scenografico-fotografica (davvero splendidi i risultati del lavoro di Ari Wegner, Grant Major e Kristy Cameron) e a un pimpante mestiere degli attori (effettivamente efficaci tutti, sia Cumberbatch sia Dunst sia Plemons sia Smit-McPhee) corrispondeva un piattume soporifero della trama e del ritmo: davvero impossibile rimanere svegli…

PERÒ

A metà dell’opera, e in modo abbastanza improvviso, Jane Campion, almeno lei, si risveglia e si mette a trapuntare la calma piatta delle immagini con sensi diversi, al di là del pittorico…

Wegner e il montatore (Peter Sciberras) si mettono a giocare con Campion con le sottostorie del romanzo di partenza (di Thomas Savage, che non ho letto), e immettono nell’immobilismo tutto décors della prima ora un sacco di possibilità tramesche che si basano sul non detto, e sull’immaginato…
Le ombre sui monti, nella prima ora semplice sfoggio di plasticità pittorica dell’obiettivo della macchina, diventano strali di allucinazione; gli ambienti, tutti perfettamente storicizzati, si fanno spazio quasi mentale di sotterfugi, malintesi e piani diabolici; le categorie attanziali da western, così vetuste e logore nella prima parte (la damsel in distress, il macho nerboruto, il contadinotto ripulito, i fratelli rivali e altre scemenze), si complicano di strazio sociale, di mascheramento pirandelliano e di ipocrisia di facciata…

Alla fine The Power of the Dog diventa un incrocio tra The Beguiled (molto di più nell’accezione di Sofia Coppola che di Don Siegel; e Coppola diresse proprio Kirsten Dunst!), The Sisters Brothers, There Will Be Blood, Brokeback Mountain e Suddenly Last Summer (il film di Joseph Leo Mankiewicz dalla pièce di Tennessee Williams), dalla lentezza estenuante ma tensivissima di un Wyatt Earp di Kasdan…

…e diventando così riesce a farmi finalmente APPREZZARE DAVVERO un film MERDflix!

e la cosa mi sconvolge!

Mi domando quindi perché MERDflix abbia imposto ben 120 minuti a una sceneggiatura (della stessa Campion) adatta a un esperimentino di 1h e 15′!

Non lo sapremo mai!

Nonostante siano tutti bravissimi, candidare ‘sta povera gente, bravissima, che ha dimostrato di saper lavorare a mille, per un filmetto uscito solo per essere visto sul telefono, è da bastardi…
e da bastardi, altresì, fare uscire solo sul telefono un film che poteva invece avere un respiro maggiore in uno schermo grosso, dove i sensi pittorico-narrativi potevano trovare maggiore sfogo…

sarebbe da dire a MERDflix: «se non fai uscire i tuoi film almeno 100 giorni al cinema, allora col cacchio che ti si candida», ma invece…

ma l’Academy non ha “polso”, si sa: ce l’ha solo là dove non serve a niente (per esempio quando si impuntarono nell’escludere il Nino Rota del Godfather, nel 1972, perché il tema d’amore riciclava una musica precedente)… e che non ce l’abbia è dimostrato dai 10 anni e passa di dominio di Harvey Weinstein, negli anni ’90 e primi ’00: qualsiasi cacchiata facesse la Miramax vinceva (e c’è ancora chi mi dice «eh, ma erano film belli: hanno vinto per merito e non per ingerenze di Weinstein»: mah: ok: io mi sento un po’ come il Pasolini che «sa ma non ha le prove»)

per cui chiedere qualsiasi cosa di sensato all’Academy è tempo perso completamente!

Nota finale:
per The Power of the Dog, Jonny Greenwood ha scritto una delle musiche più esaltanti che si possano scrivere per il cinema!
Un tripudio di ritmi da Novecento storico, di timbri straziosi alla Metamorphosen di Strauss e di strappi di archi alla Henze e alla Penderecki: una di quelle colonne sonore da sentire e risentire con un’orchestra, in concerto, dal vivo!
Stupendissima!

PS:
Inutile commentare l’attualità della guerra ucraina (un’escalation per altro iniziata da un po’, almeno dal 2014, e che oggi giunge a grossi danni) se non rammaricandosi dell’inutilità completa dell’essere umano…

Io sono anche molto in difficoltà per via del mio amore per la cultura russa (era ucraino Gogol’, per esempio, e tanto ha scritto sui rapporti “urticanti” tra Russia e Ucraina, nazioni che, pur “sorelle” e pur avendo percorso molte volte le stesse strade, hanno avuto numerosi attriti in cui l’Ucraina si è spessissimo schierata con quelli che al momento erano i nemici della Russia); e Čajkovskij, russo, ha scritto molti dei suoi capolavori traendo ispirazione dalla campagna ucraina, da Kámenka, cioè Kám”janka, in Ucraina, dove il compositore passava molto tempo con la sorella e i nipoti: le sinfonie 1 e 3, così come lo stesso Lago dei cigni, solo per citare alcuni pezzi, sono “nati” lì [vedi anche Operas IV] e innumerevoli sono i pezzi che Čajkovskij ha materialmente scritto a Kámenka; l’Ucraina era adorata anche da gente come Puškin e da tanti altri, con tutto il portato di problemi anche linguistici: ho sentito ucraini cittadini pronunciare Ucráina, ma anche ucraini periferici pronunciare Ucraína, e ho sentito tutti i russi che conosco pronunciare Ucraína: forse l’enfasi sulla i è propria dei dialetti più vicini al russo, considerando anche il fatto che in diverse varianti regionali slave [dappertutto, dall’estone al serbo] il sintagma ‘ai’ si legge solo i, e quindi molti leggono quasi Ucrína, tagliando quasi la testa al toro: io dovrò documentarmi in merito) e il mio equivalente odio per Putin…
è anche vero che in passato paventai un troppo pronunciato afflato nazionalista negli oppositori di Putin: vedi i leader ucraini e lo stesso Navál’nyj, molte volte latori di messaggi non proprio pacifisti, né neutri dal punto di vista, diciamo, dell’antifascismo… ma se si invadesse qualsiasi paese con dentro teste di cazzo fascistarde, allora anche noi in Italia, con Meloni e Salvini, dovremmo ricevere le bombe…

Nobody’s right if everybody’s wrong

L’odio per Putin certamente prevale, come prevale lo sconcerto per il perdurare del sistema bellico nel globo terrestre, così diffuso (ci sono guerre in tutto il mondo) e così virulento da non permetterci neanche l’orgoglio di essere senza colpa: anche se sei innocente e non reagisci, ti bombardano, invadono e ammazzano lo stesso, e reagire vuol dire fare guerra ugualmente: la guerra quindi “vince sempre” lasciandosi però dietro i milioni di sconfitti, sconfitti che sono tutti quanti, tutta l’umanità…

E Putin gioca bene poiché sa che nessuno gli farà davvero qualcosa… sì, ok le sanzioni e SWIFT e cavoli e mazzi, ma certamente questa ennesima invasione, più che sulle pippe del nazionalismo, è dovuta forse di più al fatto che Putin vuole più soldi per il gas, che ha quasi solo lui in Europa, e una volta che gli hanno risposto «no, il gas ti si paga come sempre» allora Putin ha replicato: «te lo faccio vedere io se non mi paghi il gas di più: ti invado l’Ucraina se non mi accetti l’aumento di prezzo del gas, e vediamo se non paghi!»

è ovvio che, con dietrologie, se l’Europa, nel tempo passato, avesse trasferito tanto bisogno energetico industriale a qualcosa di alternativo ai mezzi tradizionali, e l’avesse fatto seriamente (con vera ricerca e sviluppo di cervelli e non solo di bocconiani della minchia), allora tutti quanti avremmo potuto dire a Putin «fai pure, Putin di merda, ma noi il gas non ti si paga di più perché ci s’ha il nostro fabbisogno tanto soddisfatto da vento, sole, e bioenergie nuove che negli anni abbiamo sviluppato con la ricerca!»

con dietrologie sarebbe anche stato il caso, con molta cautela, di includere il più possibile la Russia in “sistemi” europei…
è vero che legittimare un liberticida come Putin (che ammazza gay e oppositori) con l’apertura “culturale” europea, sarebbe molto brutto… ma in Europa abbiamo accettato la Turchia di Erdogan, l’Ungheria di Orban e compagnia bella… sicché…
e la Russia, almeno per me, a livello culturale, è totalmente Europa: per me non c’è vera Europa senza Tolstój o Čajkovskij, per esempio…
magari se, nel tempo, dopo Gorbačëv, noi Europa avessimo offerto qualcosa di più alla Russa invece che lercio capitalismo neoliberista (cavalcato dalle merde come Él’cin e, poi, Putin), magari si starebbe tanto meglio…
ma questa è dietrologia autentica…

Il mio sogno, come quello di Tibullo, sarebbe di costruire armi solo per fare il tiro a segno alle Olimpiadi, di modo che non ci sarebbero armi per difendersi, no, ma non ci sarebbero neanche per attaccare…
e il mio sogno sarebbe anche quello di vedere davvero energie *diverse* in giro, invece delle solite schifezze del gas e del petrolio…

ma sono solo un folle…

13 risposte a "The Power of the Dog"

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    1. Anche questa è una questionaccia… da diversi anni la Russia non partecipa come stato ma come comitato olimpico…
      E secondo tanti l’esclusione sistematica delle squadre russe da tutti i campionati di tutti gli sport (a cominciare dalle champions league di pallavolo, per esempio) farebbe male a Putin quanto l’oscuramento bancario di Swift…
      Ma boh…
      Chi lo sa…
      Qui si fa solo qualche chiacchierata da bar…

      1. Un circuito internazionale di trasferimento di denaro, usato dalle banche…
        In tanti dicono che impedirebbe a Putin di incassare dai suoi molti affari europei e senza soldi, Putin, secondo loro, si metterebbe a piangere.
        Ma altri dicono che, senza Swift, Putin non incassa ma neanche paga, e se non paga a piangere sarebbero tanti europei… i soldi sono sempre una cacca: compagni della guerra…

  1. Ammetto che leggendo l’anteprima dell’articolo mi è salita l’ansia e ho pensato: ecco un altro film di cui non ho capito nulla! Poi però leggendo ho visto che siamo perfettamente allineati e mi sono rilassato. Un film davvero molto bello, che effettivamente si trascina un po’ per tutto il “primo tempo” senza farti capire bene dove voglia andare a parare (o se voglia andare da qualche parte) per poi ribaltare tutte le carte verso il finale; mi è piaciuto davvero un sacco, e la scena tra Phil e Peter nella stalla mentre fumano la sigaretta mi ha fatto venire i brividi! Non gli ho ancora perdonato, però, la scena della castrazione: era da un pezzo che non mi accartocciavo così tanto sul divano! Penso anche io che al cinema avrebbe giovato nella spettacolarizzazione dei suoi panorami, ma tutto viene valorizzato di più sul grande schermo (a meno che non sia un dramma famigliare girato in interni, allora tutto sommato va bene così).

    Per la questione in Ucraina mi sembra tutto talmente surreale che non ho nemmeno le parole per commentarlo – e comunque ci sono già abbastanza persone che lo stanno facendo con o senza cognizione di causa. Secondo me il problema di apprezzare la cultura russa non si pone: quello che sta succedendo non è colpa di Tolstoj o di Čajkovskij, e anzi sono convinto che proprio in momenti come questi sia fondamentale valorizzare quanto di bello e artistico il popolo russo sia stato in grado di regalare al mondo, al di là dei suoi discutibili leader.

    1. Io, così tanto anti Netflix, ero prontissimo a distruggerlo, e sono davvero rimasto meravigliato! E sono anche un hater di Cumberbatch, e sono rimasto sbalordito anche da lui… bene! Invecchio (o cresco) e le certezze crollano! Ed è sempre stimolante…
      Sulla cultura russo-ucraina, io è da quando tutto è cominciato che ho la Marche Slave di Čajkovskij (con l’inno ucraino citato) a nastro in cuffia tutte le volte che posso!
      Ed è ovvio che vale per tutti, da Kodaly a dispetto di Orban a Vivaldi a dispetto di Mussolini…

  2. Condivido il tuo punto di vista sulla guerra: se ci si fosse dedicati seriamente a produrre energia con sistemi alternativi, un po’ di anni fa, oggi forse non saremmeo arrivati a questo.
    Parlando invece del Potere del Cane, mi fa piacere sapere che ti è piaciuto. Io non l’ho ancora visto ma ho letto il libro e l’ho trovato splendido, quindi ho grandi aspettative: intanto grazie per questo tuo commento!

  3. Ora che ho visto il film ti posso leggere! E niente, sarà che la prima ora mi ha ucciso ogni piacere nella visione della seconda ora, ma nemmeno quest’ultims mi ha convinto…

    Su Russia e Ucraina le cose peggiorano di giorno in giorno. Pare l’esercito russo si sia macchiato di nefandezze inenarrabili, la situazione è totalmente fuori controlll, purtroppo. :–(

  4. Ora che ho visto il film mi sono riletta con calma la tua recensione, sono d’accordo direi su tutto: minutaggio ridotto avrebbe giovato; gli attori sono tutti bravi; visivamente è strabiliante; la colonna sonora è perfetta, mai invadente come troppo spesso succede. Rispetto al romanzo purtroppo la Campion calca un po’ troppo la mano sull’omosessualità repressa di Phil, diventando peffino irritante con i suoi parallelismi visivi con il John Wayne “macho tutto d’un pezzo” di John Ford. In ogni caso mi è piaciuto; non quanto il romanzo, ma questo è difficile che accada, e qui inoltre c’è un finale un po’ a sorpresa (almeno nel libro, nel film, poichè lo conoscevo già, per me è difficile valutare).

    1. Tragedia, per me, non aver letto il libro…
      Ma mi successe una cosa interessante con il film di Tykwer sul Profumo di Süsskind: io, senza aver letto il libro, lo detestai, mentre amici che avevano letto il libro invece lo adorarono! Fu una delle occasioni più uniche che rare in cui chi aveva letto il libro apprezzò il film là dove avevano dubbi sul film chi il libro non lo aveva letto!

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