PRIMA QUESTIONE
Partirò con un dialogo immaginario
«Buonasera, sono Fačqvell Kemipår… ho registrato in disco la Nona Sinfonia di Beethoven e voglio che il mio disco venga premiato come “Miglior disco d’opera dell’anno”»
«Gentilissimo, la Nona Sinfonia non è un’opera: potrà vincere il premio per il “miglior disco sinfonico”»
«No! Voglio vincere per il “miglior disco d’opera”! Lei è un retrogrado: la Nona Sinfonia ha i cantanti e quindi può essere considerata benissimo un’opera! E poi queste distinzioni sono assurde: la musica è musica e dovrei essere libero di partecipare a quello che voglio!»
«Mi scusi, ma se la musica è musica perché non si accontenta del “miglior disco sinfonico”?»
«Perché il “miglior disco sinfonico” è una categoria inferiore! Io voglio vincere in serie A!»
«Ma ha appena detto che le distinzioni sono assurde!»
«Lo sono a livello artistico! Non a livello di premio!»
«Ma che sta dicendo?»
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Questo dialoghetto spiega bene il mio disagio a vedere tanta roba di Netflix nominata agli Oscar…
Le nomination di Netflix agli Oscar, ancora di più e per l’ennesima volta, ribadiscono che gli Academy Awards sono una farsa di «facciamo un po’ come cacchio ci pare», il paradiso dell’arbitrario…
E tutto andrebbe bene (qualsiasi premio è arbitrario), se non fosse che c’è ancora gente che considera una nomination agli Oscar come qualcosa di autorevole, di serio… ma come può essere serio se è arbitrario?
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Che a livello artistico, come dice Fačqvell Kemipår, non ci sia alcuna differenza tra un film e l’altro (anche perché, in Arte, la competizione di per sé è una sciocchezza), andrà anche bene, ma a livello di premi, più circoscrivi e meglio è…
Cosa che si esemplifica con facili esempi…
Il Best Animated Feature viene assegnato dal 2001… prima di allora tutti quanti, film animati e non, concorrevano nello stesso modo, originando situazioni come questa, famosissima:

perché un film animato ha modi di produzione che sono diversi da quelli live action… e la cosa ben presto si presenterà con i Motion Capture, che sono diversi sia dal live action sia dall’animated…
Fare gareggiare nello stesso campionato film a colori e film in bianco e nero era una cacchiata negli anni ’50 e ’60, e difatti si crearono due categorie per fotografia, scenografia e costumi…
A dire la verità è una cacchiata far gareggiare, nella medesima categoria di fotografia, scenografia, costumi (e si potrebbero aggiungere anche musiche e montaggio), film realistici, film storici e film fantastici: ognuno ha un suo peculiare modo di produzione…
Quante frustrazioni, ogni anno, ci sono, quando tra un film in cui viene ricostruito il 1831 e un film in cui viene inventata Atlantide, vince uno rispetto a un altro: perché rifare un’epoca è meglio/peggio di inventarsene una? Anche qui dov’è l’oggettività?
L’oggettività (forse, visto che l’oggettività, come la realtà, è una chimera) non si avrebbe di più se chi ha ricostruito il 1831 gareggiasse a parte (magari con chi ha ricostruito il 1730, il 1912, il 1966) rispetto a chi ha girato in ambienti reali nel 2019 e da chi ha dovuto creare interi set per fare il pianeta Andrastide, l’Oceano Maxtice, o la Ruttibus Mobile?
E, ancora, quanta sofferenza comporta, ogni volta, avere un’unica categoria per gli Actors (leading o non leading) anche quando ci sono i bravi in due, de facto, categorie distinte come quelle della commedia e della tragedia: nell’Antica Grecia Sofocle era Sofocle e Aristofane era Aristofane, maestri che gareggiavano separati, oggi no: oggi chi fa Amleto compete, agli Oscar (nei Golden Globes, per fortuna, no), con chi fa Ridolini…
È giusto?
È oggettivo?
È equo?
Anche se si constata, ogni volta, che chi fa Amleto, non si sa perché, è sempre considerato migliore per puro ghiribizzo?
Naturalmente tutti mi diranno che come dico io comporta frammentazione, un puzzle senza senso e che il cinema è uno e che va giudicato come uno…
Mah… sì…
Giudichiamolo così…
Ma rendiamoci conto che così lo giudichiamo a caso, facendo divertimento, non certo autorevolezza…
Guardiamo agli Oscar come si guarda a una farsa divertente glamour fatta solo per vendere spazi pubblicitari, vestiti sciocchi e per fare passerella di curriculum tra gli agenti…
Non come qualcosa che abbia un valore altro da questo…
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SECONDA QUESTIONE
Se un film è uscito per 48h nel Kentucky, per gli Oscar è uscito: non c’è cavoli…
Ma se un film è uscito in tutto il mondo tranne che nel Kentucky, agli Oscar non lo considerano…
Eh oh…
Woody Allen, Roman Polanski (che però sono discorsi a parte, vista la bigotteria USA) e Terry Gilliam, così come tanti altri film italiani, francesi, turchi, russi, asiatici, non vengono considerati agli Oscar…
e l’obiezione «eh, ma gli Oscar sono la celebrazione di Hollywood» è un’ottima argomentazione, che però crolla quando all’Oscar, ancora, si dà autorità, legittimazione superiore rispetto ad altri premi…
Se è un premio americano, che sia valutato come un premio americano, non come «il momento più stupefacente della stagione cinematografica che decreta i film migliori»…
Non è così…
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NOMINATIONS
Avendo visto poco, il commento lascerà naturalmente il tempo che trova
FILM
- 1917
Naturalmente (e non l’ho ancora visto, e sarà certo bellissimo eh [e no: è stato bello ma non bellissimo]) il pappone bellico agli Oscar piace sempre… - Jojo Rabbit
- Ford v Ferrari
- Little Women
Come mai qualsiasi cosa tocchino Greta Gerwig e Saoirse Ronan deve per forza essere candidato agli Oscar tutti gli anni? Sono come Terry & Maggie? Per loro è «un po’ magia» riuscire a sfangarla sempre alle nomination? - The Irishman
Bello, sicuro, ma è davvero un film? - Once Upon a Time in Hollywood
- Joker
- Parasite
Perché c’è Parasite, certo bellissimo, ma non c’è Dolor y Gloria, nominato solo come International? Anche questo è criterio o ghiribizzo? - Marriage Story
Bello, ma è un film o una fiction?
E la Marvel?
O l’anno scorso non minacciarono le bombe atomiche se non li nominavano? Con questo terrorismo vinsero perfino scenografia, costumi e musiche! Quest’anno, nulla? Netflix ha pagato di più quest’anno?
Evidentemente…
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REGIA
- Bong Joon-ho – Parasite
- Quentin Tarantino – Once Upon a Time in Hollywood
- Todd Phillips – Joker
- Martin Scorsese – The Irishman
- Sam Mendes – 1917
Ecco, e questi 5 film si spartiranno sempre tutto, in nomination noiose e prevedibili e sempre afflitte dalla vecchia concezione “oscarosa” di concentrare tutto su pochi titoli all’anno, sempre quelli, e puntare solo su di loro l’attenzione totale, di tutte le categorie…
Spesso mi immagino le majors che creano un solo prodotto per gli Oscar e lo spediscono ai membri dell’Academy, i quali, con molta calma, guardano solo quel che gli va, al massimo 5 titoli, e spalmano le nomination su questi 5 titoli…
Desolante
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LEADING ACTOR
- Adam Driver – Marriage Story
Ma dare le capocciate al muro in una fiction televisiva è davvero frutto di grande recitazione? - Joaquin Phoenix – Joker
Anche lui è l’esagitazione iperbolica di un esagerato metodo Stanislavkij troppo interiorizzato, ma almeno ha fatto un film… - Leonardo DiCaprio – Once Upon a Time in Hollywood
Bravo, ma dare due Oscar a DiCaprio mi sembra eccessivo… o forse no, visto che ne hanno dati due a Hilary Swank e a Mahershala Ali… - Antonio Banderas – Dolor y Gloria
Banderas nominato ma il film no, ma Almodóvar no…
Che ridere… - Jonathan Pryce – The Two Popes
Nonostante lavori da millenni è la sua prima nomination! E ultimamente, tra The Wife e la consacrazione teatrale del Merchant of Venice al Globe Theatre (il tempio shakespeariano), le sue “quote” sono molto alte…
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LEADING ACTRESS
- Charlize Theron – Bombshell
- Renée Zellweger – Judy
Quando interpreti un personaggio realmente esistito, l’Academy non nomina te, nomina quel personaggio! - Scarlett Johansson – Marriage Story
Ma per favore!
Anche io mi metterò a urlare di amori perduti davanti a una telecamera fissa… e pretenderò anche io l’Oscar! - Cynthia Erivo – Harriet
- Saoirse Ronan – Little Women
Sarà il caso di darglielo, così non trapana le palle con altre nomination: la nominano ogni 2 anni, anche se ogni volta interpreta se stessa: oddio che tedio!
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SUPPORTING ACTOR
- Al Pacino – The Irishman
Un solo Oscar per lui, nel 1992…
Bravissimo, e a me sta simpatico, ma era un ruolo davvero distinguibile da altri fatti da lui, dal Big Boy Caprice di Dick Tracy (1990) in poi? - Brad Pitt – Once Upon a Time in Hollywood
- Tom Hanks – A Beautiful Day in the Neighborhood
Si vuole davvero dare 3 Oscar a Tom Hanks (e non sto distinguendo tra leading e supporting, sto andando proprio a numero)?
3 ce n’hanno Jack Nicholson, Walter Brennan e Daniel Day-Lewis… ci si vuole aggiungere anche Tom Hanks???
Mah… - Anthony Hopkins – The Two Popes
Ha vinto nel 1991 nei leading - Joe Pesci – The Irishman
Ha vinto nel 1990 e proprio nei supporting
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SUPPORTING ACTRESS
- Florence Pugh – Little Women
- Laura Dern – Marriage Story
- Scarlett Johansson – Jojo Rabbit
- Kathy Bates – Richard Jewell
- Margot Robbie – Bombshell
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SCENEGGIATURA
- Sam Mendes, Krysty Wilson-Cairns – 1917
- Rian Johnson – Knives Out
Tanto caruccio, ma addirittura una nomination??? mah… - Noah Baumbach – Marriage Story
Mah… una sequela di luoghi comuni inconcludenti e riciclati dalle molto più ghiotte atmosfere di Mike Nichols si può chiamare “sceneggiatura”? Almeno potevano considerarla una Adapted Screenplay, essendo ricopiatura di mille riassunti non solo di Nichols ma anche di Benton e Patroni Griffi… - Quentin Tarantino – Once Upon a Time in Hollywood
Qualora vincesse sarebbe il terzo Oscar alla sceneggiatura per Tarantino… Oggi ne ha 2, ed è già insieme a gente come Charles Brackett, Paddy Chayefsky e Billy Wilder… se va a 3 raggiunge Woody Allen… - Bong Joon-ho, Jin Won-han – Parasite
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ADAPTED SCREENPLAY
- Anthony McCarten – The Two Popes
- Todd Phillips, Scott Silver – Joker
- Steven Zaillian – The Irishman
Si dice che la sceneggiatura finale non sia sua, ma vabbé… Ha già vinto nel 1993 per Schindler’s List… - Taika Waititi – Jojo Rabbit
- Greta Gerwig – Little Women
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FOTOGRAFIA
- Roger Deakins – 1917
Per 22 anni sempre nominato e mai premiato, nel 2017 vince per Blade Runner 2049: un grande come lui potrebbe anche meritarsi un secondo Oscar… - Lawrence Sher – Joker
- Jarin Blaschke – The Lighthouse
Non si sa perché, ma quando c’è qualcosa in bianco e nero c’è da nominarlo alla fotografia… è proprio “legge”… - Robert Richardson – Once Upon a Time in Hollywood
Di dop ancora in attività con all’attivo 3 Oscar ci sono solo lui, Vittorio Storaro ed Emmanuel Lubezki: se vince, Richardson raggiunge i 4 Oscar di Leon Shamroy e Joseph Ruttenberg, lassù da soli, al top dei multiple winners, dal 1963… - Rodrigo Prieto – The Irishman
Tanti piani sequenza, e avrà certamente girato per il grande schermo… ma se si interrogano Luca Barbareschi e Riccardo Donna anche loro diranno che Nebbie e delitti era girato su pellicola… sicché dé…
E fuori rimane José Luis Alcaine per Dolor y Gloria, per esempio… o anche Storaro stesso per Rainy Day in New York, un vero peccato: si poteva costruire un vero duello tra lui e Richardson per il quarto Oscar!
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MONTAGGIO
- Andrew Buckland, Michael McCusker – Ford v Ferrari
Di solito i film con le macchine hanno un ottimo montaggio… con Mangold i due hanno già fatto benino in Walk the Line… - Jeff Groth – Joker
- Jinmo Yang – Parasite
Mmmm… non so se sono d’accordo con questa nomination… sì eh, come no, però Teresa Font per Dolor y Gloria? - Tom Eagles – Jojo Rabbit
- Thelma Schoonmaker – The Irishman
Qualora vincesse sorpasserebbe Ralph Dawson, Daniel Mandell e Michael Kahn per raggiungere 4 Oscar grossi come case: sarebbe l’editor con più Oscar in assoluto…
Dato questo primato, e dato che il suo film è un para-televisivo, si potevano nominare i montatori dell’Ascesa di Skywalker, o Hervé de Luze per J’Accuse, e, se proprio gli era piaciuto, potevano nominare anche Ducsay per Knives Out
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SCENOGRAFIA
- Dennis Gassner, Lee Sandales – 1917
Gassner ha già vinto nel 1991… - Ra Vincent, Nora Sopková – Jojo Rabbit
- Bob Shaw, Regina Graves – The Irishman
L’assurdità dei premi: è più difficile ricostruire le trincee in studio o è più difficile costruire un muro finto “apribile” fatto apposta per il long take? Saranno difficili entrambe le cose, e quindi si mettono in competizione tra loro per dimostrare che?
Lo si fa solo per divertirsi, e allora perché prendere la cosa tanto sul serio? - Barbara Ling, Nancy Haigh – Once Upon a Time in Hollywood
Haigh ha già vinto nel 1991, proprio insieme a Gassner!
È più difficile costruire muri e spiagge finte o è più difficile scrivere un personaggio con gli interni e gli oggetti…
È lo stesso mestiere, ma sono due categorie espressive diverse?
Boh… - Ha Jun-lee, Won Woo-cho – Parasite
Ma lavorare in studio e lavorare in certi ambienti reali sono lavori paragonabili?
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COSTUMI
- Arianne Phillips – Once Upon a Time in Hollywood
- Mark Bridges – Joker
Questa nomination non l’ho compresa… - Christopher Peterson, Sandy Powell – The Irishman
Qualora vincesse, Sandy Powell arriverebbe a 4 Oscar, come Milena Canonero e Colleen Atwood (sopra di loro ci sono Irene Sharaff a 5; ed Edith Head a 8)… ma neanche questa nomination ho compreso… - Mayes C. Rubeo – Jojo Rabbit
- Jacqueline Durran – Little Women
Durran ha già vinto nel 2012 con un film similare (l’Anna Karenina di Madden/Stoppard)… E ricostruire il passato (come molti di questi nominato hanno fatto) è meglio o peggio di inventarsi il personaggio nel presente?
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MUSICHE
- Thomas Newman – 1917
È dal 1994 che lo nominano, praticamene ogni due anni, ma non ha ancora mai vinto…
Una cosa curiosa: fu lui a comporre le musiche per le Little Women di Gillian Armstrong, quello che oggi Greta Gerwig ha rifatto con Desplat, anche lui nominato! - Alexandre Desplat – Little Women
Eccolo qui!
Per lui, eventualmente, sarebbe la terza vittoria (e a quota 3 ci sono Max Steiner, Ray Heindorf, Morris Stoloff, Miklós Rózsa, Roger Edens, Adolph Deutsch, Saul Chaplin, Dimitri Tiomkin, Ken Darby e Maurice Jarre: Desplat è bravo, e forse merita davvero di stare con loro) - Randy Newman – Marriage Story
Spero sia uno scherzo…
Con Thomas, sì, sono parenti: tra fratelli e cugini i Newman sono forse la più grande dinastia di musicisti di Hollywood… i capostipiti furono i fratelli Alfred e Lionel, che hanno sfornato (l’uno o l’altro), Randy, Thomas e David… - Hildur Guðnadóttir – Joker
- John Williams – Ascesa di Skywalker
Povero Williams, anche lui forse si sarà stufato di andare tutti gli anni agli Oscar dopo 50 anni… mamma mia…
È già il compositore in attività con più Oscar (ne ha 5), e gli 8 di Alfred Newman (guarda caso) sono lontani, sicché che si fa? Se ne vince 6 solo per distanziarsi da Alan Menken (l’unico compositore vivente a quota 4)?
Secondo me non è necessario…
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Tre le songs non me ne piace nemmeno una…
Tralascio la sequela di tecnici suono e video, tanto sono sempre i soliti 5 film…
Dei cartoni animati non ne ho visto manco uno, ma non ho capito come mai il nuovo Lion King è considerato un film normale: è animazione anche quello!
Oppure “meriterrebbe” di concorrere a parte?
E io farei una regola che chi è candidato tra i film International non possa competere per il Best Picture… Parasite è bello, ma cosa ci fa candidato da entrambe le parti?
E che sia già successo in passato, dé: agli Oscar è successo di tutto, ma che il casino ci sia stato in passato giustifica il casino presente?
Forse sì se si guarda agli Oscar, a quello che sono: una farsa divertente!
Oggi siamo più polemici del solito! 😁
Riflessioni interessanti, senza dubbio, su cui ci si potrebbe discutere per ore.
Il primato degli Oscar e del cinema americano, se non qualitativo, è dovuto al fatto che abbiano saputo vendersi meglio, e ovviamente all’essere stata la più grande e importante industria cinematografica per anni. Per scalzare l’aura di mito che avvolge questo premio ci vorrà ancora un po’. Almeno così credo.
La mia polemica è davvero insopportabile!
Ma io sono anni che “studio” gli Oscar e tutte le loro scemenze, e mi stupisce che la gente guardi sempre al glamour e mai alle scemenze…
Un glamour, certo, dovuto al nostro essere occidentali… In India, Cina e Giappone o Tanzania che gliene frega alla gente degli Oscar…?
Noi stessi riteniamo quella americana l’industria cinematografica più fiorente solo perché abitiamo in Occidente, se no, con la stessa aura, guarderemo a Bollywood (di gran lunga molto più produttiva di Hollywood): è un puro caso geografico (un po’ come la religione, le preferenze cibarie o il sentire eufonici certi rapporti intervallari musicali)…
Però so che mi divertirò comunque a mille sia a inveire sui risultati sia a “valurarli”, vittima anch’io del «glamour passivo»! Ahahah!
Io aspetto Giovanni Ciacci al varco, con una puntatone di Vite da copertina tutta dedicata al red carpet.
…anche quello è Oscar!
è tutto indotto (come si dice per la Fiat, ahahhaa!)
Infatti, infatti.
Poi un giorno sarà Ciacci stesso a comparire agli Oscar, e potremo dire che siamo vicini all’Apocalisse.
È un po’ come quando la gente critica i film Disney (sia classici animati resi live action, sia MCU, sia SW), a cui chiedo: “Ma lo vai a vedere al cinema?”. “Sì”. “Eh, allora hanno ragione loro che li fanno”. Basta che tutti li guardino, gli Oscar, che gliene frega del senso?
Quella è la vittoria massima di ogni hype, anche televisivo… tu non guardi il Grande Fratello ma il Grande Fratello guarda te, poiché ti spunta negli argomenti di chi conosci e nei “canali” (web, social, vis à vis) di chi frequenti…
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Per il Grande Fratello si fa presto a “estraniarsi”, ma qualche cosellina “ti ci entra” nel tuo “microclima privato” estraneo ai reality e alla TV, anche se non vuoi…
E idem sono gli Oscar, che, almeno, rispetto al Grande Fratello, è divertente!
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Per la Disney e i grandi blockbusters si dice sempre, e ha cercato di dirlo anche Scorsese: sono anche carini ma sono “invadenti”, specie nei multisala, che gli dedicano anche 3 sale per volta!…
Le concorrenze Netflix e seriali condannano il cinema ad adeguarsi, anche lui a serie, o a super-eventi che giustifichino un’uscita dell’utente verso un ambiente specifico di visione particolare (la sala), che deve essere presentato come preferibile alla poltrona, mediante prodotti di una spettacolarità spesso pacchiana e immotivata, supportati da un battage pubblicitario fatto apposta per aggredire un pubblico che si sa in partenza preferire la poltrona…
Il cinema odierno è una lotta d’attenzione persa in partenza…
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ma così è sempre stato: in cinema, in arte, in musica…
è solo che ammetterlo, a livello di cinema, è meno “ovvio”…
quando si ascolta Mengoni solo i bambini lo reputano «bella musica», invece se si va a vedere gli Avengers moltissimi dicono che è un «bel film»…
non è un «bel film», è un blockbuster…
e certo non è un male, ma basta saperlo! Basterebbe essere consapevoli con «questo è bello, tra i blockbuster!» così come, magari, «Mengoni è bello tra le musichine, tra le canzoncine»… e solo dopo aver ben presenti questi “orizzonti” (l’orizzonte del blockbuster, l’orizzonte delle canzoncine) che si fanno bene, poi, le ibridazioni e gli studi “oltre ogni confine”…
perché si viaggia in tutti i posti, e ci piace tutto, ma una “carta geografica” mica fa male!
anche proprio per infischiarsene, per andare fuori dalla mappa e perdersi meglio!
So che scrivi tutto questo sapendo che gli Oscar sono scemenze, ma è comunque interessante vedere le tue polemiche sulle assurde scelte dell’Academy! Sul fatto che siano sempre pochissimi i film nominati fondamentalmente è perché i membri dell’Academy mica guardano tanti film! Sarebbe grassa se almeno avessero visto quelli nominati…
Gli Oscar sono un baraccone per farsi due risate… questo pappone l’ho scritto solo per ribadirlo meglio!
C’è sempre la prassi secondo cui alcuni membri dell’Academy guardano solo i film che ricevono a casa, tutti infiorettati, spediti direttamente dalle majors? Guardano solo quelli (a casa) e votano solo quelli!
Negli anni ’90 era così e non credo proprio che la ‘zienda sia cambiata…
Sicuramente mandano DVD e Bluray a casa. John Carpenter lo dice nella master class della Carrosse D’Or a Cannes che non va al cinema perché l’Academy gli manda i film a casa e lui li guarda spaparanzato sul divano tra una partita dell’NBA e una partita a Dead Space. X–D
Se li mandano addirittura a lui che li odia (e l’odio è reciproco), li manderanno a tutti!
È proprio una “commedia”, da scompisciarsi!