[2018] Academy Awards Winners Brief Commentary

MIGLIOR FILM
Green Book
Non mi dispiace affatto!

MIGLIOR REGIA
Alfonso Cuarón — Roma
Con Sam Simon avevo fatto una scommessa scomoda: se avessero dato l’Oscar alla regia a Pawlikowski mi sarei dovuto vestire con abito tradizionale della Slesia, arrampicarmi a San Francesco a Fiesole, e urlare a squarciagola canzoni popolari polacche…
Da una parte, quindi, che Pawlikowski non abbia vinto è sollevante… ma dall’altra, la sua mancata vincita ha iridato la regia più esibizionista dell’anno (e sono contento di non essere l’unico a pensarla così: lo stesso Gianni Canova, nella sua presentazione, 30 secondi per uno, dei film in gara, durante la diretta del Red Carpet, che io ho seguito su TV8, si è lasciato andare alcune sue riserve stilistiche; e Slavoj Žižek, su Internazionale, ha ben posto l’attenzione sul latente classismo dello sguardo di Cuarón: bene dé!)

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie, Peter Farrelly — Green Book
Grande piacere!

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Spike Lee —BlacKkKlansman
Gioia pura!

MIGLIOR ATTORE
Rami Malek — Bohemian Rhapsody
Sì, dai, ci sta: come spesso si commenta con amici cinemisti, quando c’è un film basato su un grande del passato, l’Oscar va quasi sempre all’attore che lo interpreta, per via di un curioso transfert: l’Academy è convinto di premiare il personaggio interpretato, e non l’attore che lo interpreta! Sicché, facendo questi conti, era ovvio non potessero premiare il cattivissimo Dick Cheney né l’ancipite Tony Lip, quindi lo “scozzo” rimaneva tra Freddie Mercury, Van Gogh e un personaggio di fantasia… e Freddie Mercury l’ha spuntata!

MIGLIOR ATTRICE
Oliva Colman — The Favourite
Dispiace molto per Glenn Close, non riesce a vincere mai… ma Colman era davvero strepitosa…

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Mahershala Ali — Green Book
Vabbé… ci sta…

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Regina King — If Beale Street Could Talk
Non l’ho vista, ma anche questo è uno schema ripetuto nella Storia degli Oscar: quando un film ha più attori candidati nella stessa categoria, l’Academy tende a “ignorarli” per premiare altra gente… e anche qui ne fa le spese la povera Amy Adams, come Close, sempre candidata e mai premiata…

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Alfonso Cuarón — Roma
Eh… era un scozzo bello grosso… e l’ha spuntata Cuarón su mostri sacri sempre nominati che non vincono mai (Libatique, il grandissimo Deschanel) e su sguardi ben più avanguardistici (Ryan, Zal)… è forse il premio che mi ha deluso di più, perché ha premiato la calligrafia traslucida invece del “sodo”… però, oh, che si fa? Il virtuosismo vuoto e atletico (i piani sequenza di 6 ore con 3 giri della morte per inquadrare solo gente che beve il cappuccino) acchiappa sempre tanti applausi…

MIGLIOR MONTAGGIO
John Ottman — Bohemian Rhapsody
Tre registi a mettere bocca (Singer, per due settimane Sigel, poi Fletcher) e Ottman a dover riassemblare tutto con uno solo di loro (Fletcher)… non dev’essere stato facile… ed era anche questa una categoria assai agguerrita: Corwin e Barry Alexander Brown erano davvero splendidi; Mavropsaridis bello carico, e Don Vito classicamente diegetico e impeccabile… scelta davvero difficile… chiunque l’avesse spuntata sarebbe andata bene…

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Hannah Beachler, Jay Hart — Black Panther
Gente giovane, alle prese con le idiozie (difficilissime da disegnare e costruire) della Marvel, ha vinto sulla gente esperta e già premiata alle prese con le fumisterie di remake sciocchi (Myhre) e con la ricostruzione di interni minuziosa quanto vuota (Caballero)… Fiona Crombie era come Caballero, però molto più significante, avrebbe meritato… e Nathan Crowley, che ha fatto i miracoli in passato (The Prestige), non trova mai lo sbocco per vincere, e dispiace, ma per First Man è stato davvero “insulso”… — vabbé, la prossima volta… quest’anno, alla Marvel, avrebbero potuto dare solo l’Oscar al film animato, ma mi sa che se non gliene davano altri “veri” si sarebbero arrabbiati…

MIGIOR COSTUMI
Ruth E. Carter — Black Panther
Per Sandy Powell, nominata per ben due film, sarebbe stato il quarto Oscar, e avrebbe raggiunto Colleen Atwood e Milena Canonero, in una categoria dove i 5 Oscar di Irene Sharaff sono ancora raggiungibili, ma gli 8 di Edith Head mi sa che non lo sono affatto…
Vabbé… tanto la Powell è nominata praticamente tutti gli anni!
Anche Alexandra Byrne aveva già vinto… e per la povera Mary Zophres, sempre bravissima ma mai premiata, ci dispiace assai…

MIGLIOR COLONNA SONORA
Ludwig Göransson — Black Panther
Alla Marvel proprio gli hanno voluto dare tutti gli Oscar tecnici… contenti loro…

MIGLIOR CANZONE
Shallow di Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt — A Star is Born
Vabbé, per forza…

MIGLIOR TRUCCO
Greg Cannom, Kate Biscoe, Patricia Dehaney — Vice
Ampiamente annunciato…

MIGLIOR SONORO
Paul Massey, Tim Cavagin, John Casali — Bohemian Rhapsody
Ci sta assai… e la cosa mi ha stupito: le tante piste sonore gestite in Roma da Skip Lievsay erano anch’esse assai virtuosistiche…

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
John Warhurst, Nina Hartstone — Bohemian Rhapsody
Ricostruire la voce di Mercury ha prevalso sui soffi nel microfono (First Man) e sullo scrogettolare di suoni a caso fuori campo (Roma)… per fortuna!

MIGLIORI EFFETTI VISIVI
Paul Lambert, Ian Hunter, Tristan Myles, J.D. Schwalm — First Man
Avrei preferito Ready Player One… ma tant’è…

MIGLIOR FILM STRANIERO
Roma
Tanta tristezza per Cold War

MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
Spider Man
Boh… dicono tutti sia strabello…

BOHEMIAN RHAPSODY — 4
Attore
Montaggio
Suono
Montaggio Sonoro

GREEN BOOK — 3
Film
Sceneggiatura
Attore NP

ROMA — 3
Regia
Fotografia
Film Straniero

BLACK PANTHER — 3
Scenografia
Costumi
Colonna Sonora

THE FAVOURITE — 1
Attrice

IF BEANE STREET COULD TALK — 1
Attrice NP

BLACKKKLANSMAN — 1
Sceneggiatura NO

VICE — 1
Trucco

A STAR IS BORN — 1
Canzone

FIRST MAN — 1
Effetti Visivi

SPIDER-MAN — 1
Film d’Animazione

guardate qui quanto ci avevo azzeccato… cioè per niente!

10 risposte a "[2018] Academy Awards Winners Brief Commentary"

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  1. “i piani sequenza di 6 ore con 3 giri della morte per inquadrare solo gente che beve il cappuccino”
    mi hai fatto sbellicare… e lo dice uno che in effetti si fa ammaliare da queste cose (adepto devoto di Bela Tarr e ho detto tutto)…
    ciò detto io ero veramente combattuto tra Roma e Cold War, avrei voluto che vincesse qualcosa anche il polacco, perché ci stava, ma Cuaron è stato cannibale, sebbene beffato sul premio più ambito…
    io su Green Book non ho analogo entusiasmo, non mi ha convinto appieno…

    1. Leggevo anche che Spike Lee, e molto altro ambiente antirazzista, hanno trovato Green Book un tassello odioso della perpetuazione dell’archetipo del nero salvato dal bianco… — forse non hanno torto… — forse Green Book serve solo per sensibilizzare il pubblico bianco, e BlacKkKlansman è un film molto più bello (di sicuro lo è a livello di stile) e più onnicomprensivo… — ma forse, e parlo a caso, il pubblico, ancora troppo “bianco”, viene toccato di più da Green Book proprio perché fatto da bianchi… e so di essere terribile nel dire questo… però, alla lunga, se tanta gente diverrà meno antirazzista, forse sarà più grazie a Green Book che a BlacKkKlansman… — per capirsi: si sa che occorre un antirazzismo a 10 veicolato da un film almeno da 8, ma il pubblico ancora, o di nuovo, non riesce a digerirlo, lo sente ancora come una medicina, per cui forse è ancora, o di nuovo, bene servirgli l’antirazzismo a 5 in una pietanza/film da 6… la cosa è brutta, ma, a mio avviso, alla fin fine più “utile” della ricerca dell’optimum, tutto e subito… perché il pubblico oggi è davvero rincoglionito, e dargli “troppo” è ancora quasi controproducente… io detesto questa situazione ma credo che, nostro malgrado, ci sia da farci i conti… — o forse no eh…

      1. sono d’accordissimo, e il discorso vale in primis per l’italia: qui un film come Green Book può toccare la sensibilità di qualche becero (o almeno sono forse troppo ottimista io a sperarlo)… invece un BlacKkKlansman verrebbe preso con fastidio dal “prima-gli-italiani” di turno…

  2. Gran bel post, e peccato per l’abito tradizionale della Slesia, sarà per i prossimi Oscar! X–D

    E Cuarón che fa i piani sequenza di 6 ore con 3 giri della morte per inquadrare solo gente che beve il cappuccino mi ha fatto schiantare (e vedo che non sono l’unico)! :–D

    Comunque se quella è la perfetta descrizione di Cuarón, che vogliamo dire di Iñárritu?

    1. Aahahahaha! Iñárritu anche peggio! — Almeno, in passato, Cuarón i piani sequenza li sapeva fare davvero («Children of Men», «Gravity»), Iñárritu è partito subito col farli alla “tricchebballacche”!

      1. Ahahah! Ha fatto pure un intero film con un solo piano sequenza e lo critichi così! Pensa se ti sentisse! X–D

      2. «Birdman» era atroooooooce! — indegno di esempi quali «Arca Russa» di Sokurov o addirittura «Rope» di Hitchcock! — basta un unico piano sequenza di De Palma o Fassbinder, o anche di Branagh, che Iñárritu scompare!

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