E niente… Vorrei poter dire che Gibson, nonostante il costante ingerimento di idrocarburi, è uno che sa, almeno, fare il suo lavoro…
E forse il suo lavoro lo sa fare… ma il suo lavoro è fare l’attore… non il regista…
Mi dispiace per lui: anche io odiavo recitare (campo in cui, però, ero apprezzato in un certo qual modo miserabile), e volevo fare il regista, ma, dati i risultati altalenanti, tutti mi ripetevano: «limitati a recitare»…
Per cui sono davvero nel cuore di Gibson, ma più passano gli anni e più Braveheart, quel trionfo immenso di 22 anni fa, e che, a me, già allora, aveva fatto due coglioni tosti, sembra più un incidente di percorso che una vera prova registica… Un incidente lavorato da Randall Wallace e John Toll: due che, per altro, anche loro, non hanno poi più fatto altro…
Braveheart come il Fidelio di Beethoven, o, soprattutto, come il Tron di Steven Lisberger, personaggio poi dedito a sconosciute scemenze…
–
Hacksaw Ridge ha una resa visiva non malissimo, ma è tutta fatta per sembrare un fumettone più che un film: un trionfo di chiaroscuri e ombreggiature: i personaggi sembrano di plastica, sono luminosi come lampadine, e fanno espressioni infantili, rubizze e gioconde, simili a quelle della Melevisione… e non si capisce perché…
Nelle scene di battaglia, lunghissime, il senso “pittorico” del fumettone è applicato a un ambiente più congeniale, e quindi tali scene non sono del tutto prive di un certo appeal: almeno non ci sono Osram accese in scena…
Certamente il maestro è sempre Malick: gli assalti ai bunker nipponici sono quelli di The Thin Red Line (1998: alla fotografia c’era curiosamente Toll), con poche aperture al dittico di Eastwood (Flags of Our Fathers e Letters from Iwo Jima, 2006)… Rispetto a Malick manca però la tensione (Malick era molto più lento, e quindi molto più sbudellante dal punto di vista dell’apprensione che riusciva a creare [lui o Penn o chi altri abbia montato il film]), mentre rispetto a Eastwood manca solo la compattezza visiva: Eastwood e Tom Stern non avevano l’intento di fare un fumetto pitturato…
Un fumetto pitturato e “fintoso” a cui comunque Gibson non è affatto nuovo: The Passion of the Christ (col vecchio Caleb Deschanel) era il profluvio dell’oleografico (e poi ci si lamenta del Gesù di Zeffirelli), e, ancora di più, Apocalypto (con l’ugualmente vecchio Dean Semler) proponeva minuti interi del protagonista che correva, ripreso in digitale: i suoi movimenti sembravano così “automatici” da farlo sembrare un bambolotto, un robottino, o un motion capture alla Zemeckis, una “fintata” assurda e molto simile alla “fumettosità” (leggi pittoricità stantia e fittizia) di Hacksaw Ridge…
Una “fintosità”, che, alla fine, pur con qualche pregio qua e là (certe oscurità, per esempio, o certe “sporcizie” confusionarie della guerra sono buone), fa ricondurre Hacksaw Ridge dalle parti di 300, di Snyder, e quindi della merda…
–
A Gibson è rimasta comunque quella briciola di lucidità per non trasformare tutto anche in un videoclip, e quindi evita il Macbeth di Kurzel, anche perché, come al solito, è impegnato a sbrodolare il suo catechismo, ed è qui che il film diventa molto comico:
il cattolico non vuole prendere le armi ma va comunque in guerra
gli dicono che è folle ma lui declama che deve avere la libertà di essere cattolico in guerra
la ottiene (tra l’altro con il massimo dell’assurdità militare: c’è il processo e tutto il resto, ma basta un ordine dall’alto, un alto molto simile a quello che prega Garfield, e tutto si ferma lì: militari e cattolici vanno assai d’accordo, soprattutto nel fideismo del “superiore”)…
ovviamente non può non partite la riflessione: «ma quando i gay ti dicono, a te cattolico, di volere la libertà di essere gay all’interno della chiesa, allora tu cattolico ti incazzi, dicendo che gayezza e cattolicesimo sono cose immiscibili… ma erano immiscibili anche religione anti-fucile ed esercito, e tu, allora, hai rotto i coglioni: perché i gay non dovrebbero fare altrettanto…?»
non solo:
Garfield è anti-omicidio, e salva perfino due o tre giapponesi portandoli al suo ospedalino, ma poi si arriva alla classica “resa dei conti”*, che comporta lo sterminio di migliaia di giapponesi… ma in quel caso Garfield è lì a pregare perché “dio sia con lui”…
inoltre:
gli americani sono lì a piagnere: “oddio, i giapponesi sono spietati!”, e anche lì parte la riflessione: «ma te americano, ai giapponesi, cosa gli hai fatto patire in quegli anni? che cazzo chiacchieri?»
–
In questo marasma ideologico e cinematografico, due o tre cavolate “positive” si possono comunque trovare:
- fa vedere la guerra per come è: un caos: dove partono budella, vite, ganasce, cervelli, raziocinio (e il padre di Garfield, Weaving, pur con il whiskey, è un convinto anti-interventista per via della sua orribile esperienza nella Grande Guerra),
- e quindi ispira, anche se in modo odiosamente cattolico, alla “concordia” (pur con i problemi di stempiamento dei giapponesi che si diceva prima),
- fa molto ma molto ridere: come film comico è una perla: in primis per il trattamento dei commilitoni militari, che sono rappresentati tutti uno più dolce e disponibile dell’altro (c’è un solo blando pestaggio piccolo piccolo di quel rompicoglioni di Garfield): roba che sembra rappresentare l’addestramento militare durissimissimo e repressivissimo come un Club Med tra amici…
–
A Wwayne, invece, è piaciuto!
–
*=e la resa dei conti nei film americani c’è sempre, anche contro ogni evidenza storica o narrativa: gliele dànno sode (e gliel’hanno date sode nel Pacifico: arrivarono a Guadalcanal, ma il Giappone era ancora moooolto lontano, e molto grosso: aveva quasi mezza Asia) ma nei film loro ritornano, si “vendicano” e vincono (e in tutti i film sulla Guerra del Pacifico gli americani vincono: proprio una rimozione collettiva forse voluta dal generale MacArthur!). In Pearl Harbor di Michael Bay riescono a vendicarsi perfino di Pearl Harbor!
Sono il primo a mettere mi piace e a commentare? Quanto è vecchio sto post? 😂😂😂
Mah, a me il livello visivo è piaciuto molto; forse è vero che hanno spinto troppo sul lato da crocerossina di lui e che il tribunale finisce con deo e machina ma secondo me punta sulla forza delle ideologie e non delle armi.
Lui non ha mai detto che amava i nipponici. Ovvio che prega per gli americani, è andato in guerra per aiutarli nella salvezza 😂
E non è già questa una scissione psichiatrica? «Sono per l’obiezione di coscienza solo se i morti sono americani»… A me, povero Garfield, più che un “eroe” m’è sembrato un dissociato, poverino…
Eho
Credo che gli altri personaggi concordino con te 😂
Oddio, questo fa di me un militaretto odioso!
Esatto 😂