Animali Fantastici

M’aspettavo di vedere una minchiata, ma il film, tutto sommato, regge…

Il film ha

  1. difetti registici;
  2. pregi di messa in scena;
  3. pregi di trama;
  4. difetti di trama;
  5. difetti sociologici;
  6. pregi cinematografici involontari

I DIFETTI REGISTICI

Yates è incapace:

  1. ci sono movimenti di macchina e soggettive (soprattutto quelle di Farrell che, sotto mentite spoglie, corre radente i muri) che non vanno in nessun posto;
  2. l’andamento tra le scene è lento, bradipesco e goffo: il ritmo non si sa cosa sia e i singoli capitoli hanno tra loro cesure esagerate;
  3. non si sa gestire la “plastica”: le scenografie (pur bellissime) si vede che sono cartapesta; gli attori sembrano batuffoli di ovatta con gli occhi e la bocca…
  4. è infantilissimo… E l’infantilismo non è dettato solo dal soggetto (come diremo), ma anche dalla direzione degli attori che, già sono fotografati come se fossero di cotone e non di pelle (mi meraviglio che Rousselot lo abbia permesso!), ma sono anche costretti a muoversi come animatori di feste per bambini! Redmayne, ogni tanto, è impegnato in primi piani in cui ha la testa reclinata e fa un sorrisone ebete con gli occhietti estatici e felicioni: sembra o sotto effetti di droghe o impegnato in un orgasmo! Ma poi lo guardi meglio (e hai molte occasioni di vederlo, dato che di questi primi piani Yates ne fa a centinaia, povero Redmayne!) e vedi che la sua faccia vorrebbe essere dolciosa e pucciosa, e ti accorgi che, in questo tentativo di dolcezza, Yates fa fare a Redmayne le stesse espressioni di Tonio Cartonio! Le stesse espressioni di Peppa Pig e dei Teletubbies!: L’espressione dell’infantilismo più paraculo e più MOIGE, quello per cui ai bambini si deve propinare solo HamtaroCamilla e Mirmo e che se gli fai vedere cose visivamente più intelligenti sei un criminale… L’assunto più tremendamente Bim Bum Bam del mondo, che ti disperi abbia attecchito a livello mondiale! Un obbrobrio!
  5. gli effetti speciali, sono carini, ma l’interazione tra le bestie e Redmayne è rudimentale: più che un film di adesso sembra di vedere un film di 35 anni fa: specie quando dà le testate all’uccellone finale, si vede che Redmayne dà le testate al vuoto…
  6. gli effetti speciali, ancora, sono amalgamati di merda con i movimenti di macchina: si vede che la macchina si muove da sola e che poi c’hanno messo i mostri e gli SFX… Si sa che fanno sempre così, ma negli altri film non si vede, in questo sì! Segno di una evidente imperizia di Yates…
  7. gli effetti speciali hanno un terzo problema: si autocelebrano e si autocompiacciono… Nel punto precedente si evidenzia quanto la mdp si muova contenta senza un scopo perché sa che poi ci saranno gli SFX: e quando gli SFX ce li mettono, allora quel movimento da senza scopo diventa estasiato e autocompiaciuto! Un movimento che dice: «che spettacolo di effetti speciali che inquadro!» o «che uccellone magnifico che mostro!»… Alla fine la cosa diventa ridicola oltre che irritante…

I PREGI DI MESSA IN SCENA

Ma nonostante Yates sia incapace, l’impianto mystery (della Rowling in persona) funziona, e certe ambientazioni buie e alcune luci sono risolte con maestria da Rousselot (vabbé, se non è capace lui, allora spariamoci), così come i set di Craig (che continuano a essere bellissimi, anche se ormai sono smaccatamente set per le giostre dei parchi a tema e non per un film), e i costumi della Atwood (come al solito meravigliosi)…

I PREGI DI TRAMA

I punti forti del plot, oltre una certa capacità di portare avanti il piccolo giallo, sono che si ribadisce il concetto di libertà e di armonizzazione delle divergenze con gli “altri” (siano essi babbani o animali) che la Rowling porta avanti da 15 anni… per cui, da questo punto di vista, il film è nutriente e carino, specie se rivolto a un pubblico giovane… Il mondo della magia è burocratico e oppressivo, con tanto di camere della tortura terrorizzanti: cose che la Rowling ha desunto da Brazil di Terry Gilliam, regista da lei amato: con lui alla regia le cose sarebbero andate assai diversamente… Inoltre, la ricostruzione in tempo reale degli edifici, in mezzo a umani ignari, deriva da Jupiter Ascending, dei Wachowski, film irrisolto, ma dove Gilliam appare in un cameo molto carino! [peraltro è già il secondo film, dopo Doctor Strange, ad avere punti in comune con la raffazzonata pellicola dei Wachowski, segno che, sul lungo periodo, il suo seguito, che è riuscito a schivare le cacchiate numerose, lo ha avuto; in Jupiter Ascending, per inciso, è presente anche Redmayne come uno degli attori principali!]

I DIFETTI DI TRAMA

I difetti sono la tendenza all’essere Pokémon e la replicazione…

I Pokémon si vede che sono stati l’ispirazione massima della Rowling: queste bestie sono completamente il centro di tutto l’ambaradan, più del concetto etico… Tutto si fa in funzione di queste bestie, e queste bestie sono presentate acriticamente (non c’è un aspetto negativo a loro imputato), con scene a loro dedicate apposta, scene lunghissime, estasiate, che o stupiscono i ragazzini di 5 anni e basta o non stupiscono proprio nessuno: sono 12 minuti medi per ogni animale interminabili (sfido chiunque con più di 6 anni a non frantumarsi le palle durante la sequenzina dell’ippopotamo in calore)… Uno può solo consolarsi sperando che l’ispirazione non siano stati i Pokémon ma Konrad Lorenz (che però non taceva i lati negativi dell’etologia)…

La replicazione è massacrante. Replicazione intesa con il fatto che la Rowling racconta la stessa storia da 15, se non da 20 anni… Dopo 7 film di Harry Potter si sa che ci sono i maghi cattivi, che non sono cattivi ma hanno scelto di essere cattivi per contingenze connesse con la loro idiosincrasia verso l’uguaglianza tra le forme di vita o con le loro fissazioni eugenetiche-naziste… Per 7 film si è ribadito questo refrain, e si ribadisce anche in questo…

Ce n’era bisogno?

Non bastavano i sette film appena fatti?

Si doveva fare anche questo decotto infantile girato da un regista incapace e zeppo di infantilismi Pokémon???

I DIFETTI SOCIOLOGICI

Capisco che, in passato, molti siano vissuti secondo i dettami morali che desumevano da Sofocle, Lucrezio, Marco Aurelio, Sant’Agostino, Dante, Petrarca, Poliziano, Ariosto, Shakespeare, Alfieri, Goethe, Flaubert, Proust, Tolstoj, Dostoevskij, Hugo, Verdi, Eugène Sue, Puccini, John Wayne, Indiana JonesGuerre stellari… E capisco che Harry Potter non sia tanto peggiore di questi…

Però vedere gente di 40 anni che fa i duelli di bacchette e afferma che la Rowling sia la più grande scrittrice di tutti i tempi mi fa tristezza…

Perché la Rowling è ottima come propedeutica, è ottima per dei ragazzini, è un punto di partenza… E che venga invece spacciata come punto di arrivo mi atterrisce…

Sento discorsi tali per cui «legge Harry Potter e allora ha tutto! Non occorre che legga Marco Aurelio!», o, ancora più in piccolo «A me piace Harry PotterGuerre stellari non glielo faccio vedere tanto è uguale»

Ma sì, è uguale, ma, vi prego, NON FERMIAMOCI a Harry Potter! Perché Harry Potter dovrebbe proprio servire per aprire la mente anche a tutta la letteratura! Visto che ti leggono Harry Potter allora prova a fargli leggere anche altro!

E noi 40enni, vi prego! Leggiamo anche qualcos’altro oltre ai libri della Rowling! Non perché siano libri brutti, ma perché parlano a un’altra età: è come se mangiassimo omogeneizzati! Sono tanto buoni e nutrienti, ma ci vuole anche altro!

Leggete anche qualcos’altro! Vi prego!

Tutte le volte che sento «Harry Potter è la più grande creazione umana possibile», cazzo, c’è Omero che vuole i diritti di copyright! Perché Harry Potter, è bene ribadirlo, non ha inventato nulla: le metafore della guerra le ha fatte anche Hemingway, le ha raccontate Scott Fitzgerald, c’è Dickens (è palloso, lo so), c’è Conrad, c’è tutto questo che ha CREATO le metodologie che usa la Rowling, e quindi dire che la Rowling è meglio è davvero ingiusto… La Rowling potrebbe essere una chiave che apre la porta della letteratura intera, a effetto domino (se ti piace la Rowling allora potrai riconoscere i suoi meccanismi in Conrad, Omero, Hemingway o perfino Ariosto e così via a domino), ma se invece rimane lì, come punto di arrivo, beh, allora ho paura che la cosa sarà dannosa… 

Dannosa non per colpa della Rowling, che presumo sarà ben felice di essere “propedeutica”, ma del suo fan club, che, molte volte, sembra molto simile a quello di dio…

I PREGI CINEMATOGRAFICI INVOLONTARI

Sono quelli che, senz’altro senza volerlo, Yates propone: in maniera di sicuro fortuita, Yates, ogni tanto, riesce a fare del film un ottimo microcosmo di rievocazione del cinema anni ’20:

  1. Redmayne cammina, anche un po’ artatamente (in modo poco naturale), come Charlot;
  2. L’interno della valigia sembra un teatro di posa della vecchia Hollywood: al suo interno ci sono i set per i film classici, per i western, per i film esotici e per i musical, divisi da tendoni che sembrano quasi trasparenti (gli schermi per il retroproiettato) o fondali scenografati da studios… Set in cui zampettano questi animali fatti con gli effetti speciali di grana grossa e quindi volontariamente finti a simboleggiare che in questo studio si imbriglia la finzione, si imbriglia la fantasia, come si fa a Hollywood! E Redmayne si destreggia tra i set come un regista (urla perfino come urlavano Fairbanks e Michael Curtiz: gli mancava solo il megafono), richiamando comparse, attori e trovarobe! Il mago è il regista per eccellenza! Ed è il mago il più libertario di tutti proprio perché sa come usare la finzione a scopi sociali: solo Redmayne sa che l’uccellone (la finzione, il cinema) è in grado di far tornare, con la sua pioggia purificatrice (risalente a Scott e Manzoni), tutto a posto e tutto più pacifico! Forse Yates, inconsciamente, voleva ribadire la forza espressivo-etica del cinema!
  3. Il babbano grassone riconosce la maghetta trusiana telepatica come la fioraia riconosce il vagabondo in City Lights (altro esempio che la Rowling potrebbe essere un punto di partenza per la conoscenza di Chaplin e non una alternativa, poiché la scena che costruisce Yates è carina, ma non potete dirmi che l’originale sia peggiore):

NOTE FINALI

Farrell è identico al personaggio di Jeffrey Combs in The Frighteners, quindi, per chi ha visto The Frighteners, la cosa è motivo di risate…

Farrell e Depp erano già stati lo stesso personaggio in Parnassus di Terry Gilliam… Altro segno che la Rowling dovrebbe lavorare con lui, e non con ‘sto Yates!

RIASSUNTO

Il mystery regge, le valenze etiche anche, ma il film, pur con trucco/parrucco/luci meravigliosi, è girato senza maestria e mordente, senza raziocinio nell’uso degli effetti speciali, senza ritmo, e senza effettiva utilità, vista l’identità pedissequa con l’appena conclusa serie di Harry Potter. Il pensiero che ne sono previsti altri 5 fa davvero piangere, perché sono serie che aumenteranno lo stupido fan club di Harry Potter, che non comprenderà le pur blande metafore cinematografiche e gli inviti ad approfondimenti letterari presenti, ma vorrà solo film-giostre di parco giochi infantili… E le metafore cinematografiche e letterarie si perderanno del tutto, visto che anche in questo primo capitolo erano evidentemente involontarie…

Quindi… cavoli… che palle!

Vedi quanto detto da EvilAle!

Una risposta a "Animali Fantastici"

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  1. Diamine, d’accordissimo sul discorso “Harry Potter Desperate Fan Club”.
    A me per prima come fan cascano i maroni (e sfondano il pavimento).

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